Le Vetrate artistiche
F.R. VETRERIA ARTISTICA  di FASOLI R. & RADUCCI E.    Le Vetrate sono state realizzate  dalla  “Vetreria Artistica FR “ di Fasoli e Raducci in Milano, con la tecnica antica delle vetrate piombate.
 

     Le fasi di realizzazione hanno previsto:
   - il bozzetto, a colori e in scala ridotta (  sulla base della richiesta del Committente ), seguendo un progetto.
   - La bozza è stata riportata a grandezza naturale su cartone numerizzato e ricalcata su lucido. E’ stato poi eseguito il taglio, con lama doppia, che ha permesso di costruire
     la struttura in piombo.
     Le dime di cartone sono state poi riportate su lucido e sono stati  scelti i colori del vetro in base al bozzetto iniziale.
   - Il vetro è stato tagliato in tasselli con una rotella al Widia ( lega che ha sostituito il diamante nel taglio del vetro e che permette un risultato più veloce e preciso ).
   - Si è proceduto con la legatura al piombo e con la saldatura a stagno nell’intersezione fra i piombi.
   - Le vetrate, che hanno richiesto un intervento pittorico, sono state trasportate su un grosso vetro che fa da diffusore e fissate con cera vergine.
     E’ iniziata quindi la fase pittorica con tecnica grisaille, che è stata fissata
     successivamente mediante cottura in forno alla temperatura di 700 °C.


      La “ Vetreria artistica FR “ ha realizzato vetrate:
      - nella Parrocchia di S. Luigi Gonzaga in Palermo;
      -  nella Chiesa di San Francesco dell’Aquila;
      - nella Chiesa di Tavazzano ( LO)
.     - nella Chiesa di Castelões de Cepeda ( Portogallo )
      -  nella Chiesa della Divina Misericordia e di San Vincenzo de’ Paoli di Singapore
         ( Malesia )

     Le vetrate della Parrocchia di S. Oliva in Palermo, collocate il 14 Giugno 2011, sono una sintesi mirabile del Mistero della Salvezza nell'Antico e nel Nuovo
     Testamento attraverso i Profeti maggiori: Abramo, Mosè, Elia, Isaia ed i quattro Evangelisti: Matteo, Marco, Luca, Giovanni.
    
     Nella navata ( sul lato sinistro ) 

     ABRAMO
:
Patriarca e padre di tutti i credenti, che, chiamato da Dio, uscì dalla sua terra( Ur dei Caldei ) e si mise in cammino per la terra promessa da Dio
     a lui e alla sua discendenza. Manifestò, poi, tutta la sua fede in Dio, quando, sperando contro ogni speranza, non si rifiutò di offrire in sacrificio il suo figlio
     unigenito Isacco, che il Signore aveva donato a lui già vecchio e da una moglie sterile.
Si celebra il 9 Ottobre.

     MOSE' : Riconosciuto come il capo dei Profeti, scelto da Dio per liberare il popolo oppresso in Egitto e condurlo nella terra promessa; a lui si rivelò pure sul
     Monte Sinai dicendo: «Io sono colui che sono», e diede la Legge che doveva guidare la vita del popolo eletto. Carico di giorni, morì sul monte Nebo nella terra
     di Moab davanti alla Terra Promessa. Si celebra il 4 Settembre.

     
ELIA: Elia (il cui nome significa «il mio Dio è Jahvè») nacque verso la fine del X sec. a.C. e visse sotto il regno di Acab, che aveva imposto il culto del dio Baal.
     Egli si presentò dinanzi al re Acab ad annunciargli, come castigo, tre anni di siccità. Abbattutosi il flagello sulla Palestina, ritornò dal re e per dimostrare
     l'inanità degli idoli lanciò la sfida sul monte Carmelo contro i 400 profeti di Baal. Quando sul solo altare innalzato da Elia si accese prodigiosamente la fiamma,
     e l'acqua invocata scese a porre fine alla siccità, il popolo linciò i sacerdoti idolatri. Ma Elia dovette sottrarsi all'ira della moglie di Acab, Jezabel, seguace del dio
     Baal. Sconfortato, pregò Dio di farlo morire. Ma dopo un angelo, gli apparve Dio ed Elia comprese che il trionfo del bene avviene con pazienza, perché Dio
     domina il tempo. Il fiero profeta, che indossava un mantello di pelle sopra un rozzo grembiule stretto ai fianchi, (  come otto secoli dopo vestì Giovanni Battista,
     di cui è la prefigurazione ), tornò in mezzo al popolo di Dio, ma non assistette al pieno trionfo di Jahvè. Morì misteriosamente nell'850 a.C., su un carro di fuoco.
     Si celebra il 20 Luglio.

 

     ISAIA : Figlio di Amos e parente del re Manasse, discendeva dalla casa reale di Davide. Visse circa ottocento anni prima di Cristo.
     La missione di profeta gli fu conferita in modo solenne in una visione: vide il Signore seduto sopra un gran trono nel tempio, circondato da cherubini.
     Uno di questi spiriti si mosse prese dall’altare un carbone acceso, e venuto a Isaia gli toccò la bocca con il carbone dicendo: “Ecco, questo ha toccato le tue labbra,
     sarà tolta la tua iniquità e sarà lavato il tuo peccato”. Poi il Signore parlò direttamente a Isaia invitandolo a predicare al suo popolo.
     Nei giorni di Ozia, Iotam, Acaz ed Ezechia, re di Giuda, fu mandato a rivelare al popolo infedele e peccatore la fedeltà e la salvezza del Signore a compimento della

     promessa fatta da Dio a Davide. Presso i Giudei si tramanda che sia morto martire sotto il re Manasse. Si celebra il 9 Maggio.
  

                                 

   
    Nella navata ( sul lato destro  )
   
    MATTEO : Chiamato anche Levi, viveva a Cafarnao ed era pubblicano, cioè esattore delle tasse. Seguì Gesù con grande entusiasmo, come ricorda San Luca,
    liberandosi dei beni terreni. Ed è Matteo che nel suo Vangelo riporta le parole Gesù:"Quando tu dai elemosina, non deve sapere la tua sinistra quello che fa la
    destra, affinché la tua elemosina rimanga nel segreto... ". Dopo la Pentecoste egli scrisse il suo Vangelo, rivolto agli Ebrei, per supplire, come dice Eusebio, alla
    sua assenza quando si recò presso altre genti. Il suo Vangelo vuole prima di tutto dimostrare che Gesù è il Messia che realizza le promesse dell' Antico Testamento,
    ed è caratterizzato da cinque importanti discorsi di Gesù sul regno di Dio. Probabilmente la sua morte fu naturale, anche se fonti poco attendibili lo vogliono martire
    di Etiopia. Ha come simbolo l'Angelo (
il suo Vangelo inizia con l'elenco degli uomini antenati di Gesù Messia. ). Si celebra il 21 Settembre.

    MARCO:
Ebreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro, che lo chiama «figlio mio», lo ebbe certamente con
    sé nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita
    con l'apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando Paolo e Barnaba portarono a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia.
    Al ritorno, Barnaba portò con sé il giovane nipote Marco, che più tardi si troverà al fianco di san Paolo a Roma. Nel 66 San Paolo ci dà l'ultima informazione su
    Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. Posso bene aver bisogno dei suoi servizi».
    L'evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un'altra come martire, ad Alessandria d'Egitto.
    Gli Atti di Marco (IV secolo) riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria legato con funi al collo.
    Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento. Il suo corpo, dato alle fiamme, venne sottratto alla distruzione dai fedeli.
    Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell'828 nella Città di Venezia. Ha come simbolo il Leone (
il suo Vangelo comincia con la  
     predicazione di Giovanni Battista nel deserto, dove c'erano anche bestie selvatiche ). Si celebra il 25 Aprile.

    LUCA:
Evangelista e autore degli Atti degli Apostoli, è chiamato "lo scrittore della mansuetudine del Cristo". Paolo lo chiama "caro medico", compagno dei suoi
    viaggi missionari, confortatore della sua prigionia. Il suo Vangelo, che pone in luce l'universalità della salvezza e la predilezione di Cristo verso i poveri, offre
    testimonianze originali come il Vangelo dell'infanzia, le Parabole della Misericordia e annotazioni che ne riflettono la sensibilità verso i malati e i sofferenti.
    Nel libro degli Atti delinea la figura ideale della Chiesa, perseverante nell'insegnamento degli Apostoli, nella comunione di carità, nella frazione del pane e
    nelle preghiere. Ha come simbolo il Toro (
il suo Vangelo comincia con la visione di Zaccaria nel tempio, ove si sacrificavano animali come buoi e pecore ):
   
Si celebra il 18 Ottobre.

   
GIOVANNI:


    L'autore del quarto Vangelo e dell'Apocalisse, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo maggiore, venne considerato dal Sinedrio un «incolto».
    In realtà i suoi scritti sono una vetta della teologia cristiana. La sua propensione più alla contemplazione che all'azione non deve farlo credere,
    però, una figura "eterea". Si pensi al soprannome con cui Gesù - di cui fu discepolo tra i Dodici - chiamò lui e il fratello: «figli del tuono».
    Lui si definisce semplicemente «il discepolo che Gesù amava». Assistette alla Passione con Maria. E con lei, dice la tradizione, visse a Efeso.
    Qui morì tra fine del I e inizio del II secolo, dopo l'esilio a Patmos. Per Paolo era una «Colonna» della Chiesa, con Pietro e Giacomo.
    Ha come simbolo l'Aquila (
l'occhio che fissa il sole, perché il suo Vangelo si apre con la contemplazione di Gesù-Dio: "In principio era il Verbo..." (Gv 1,1) ).
    Si celebra il 27 Dicembre.
   
                                    

   Al centro dell' abside: S. Oliva, Vergine Martire, Titolare della Chiesa parrocchiale e 2 Oculi con due Rosoni                                                   

                                             

                                                                                                
 

                                      La vetrata raffigura la Vergine e Martire Oliva con il capo ornato di fiori bianchi ( simbolo della Verginità ),
                                    la corda al collo, innalzata sopra una roccia
( che è Cristo ), con la palma nelle mani ( simbolo del Martirio ),
                                    un rametto d'ulivo
( suo attributo iconografico ), avvolta dalle fiamme ( per ricordare l' immersione nella caldaia d'olio bollente ).                                                          

                     

                                                                 Nel luogo della Custodia Eucaristica : la Cena di Emmaus.

                                              
  San Luca descrive l'episodio al capitolo 24° del suo Vangelo ( LC.24,13-32): due discepoli di cui uno di nome Cleopa, riconoscono Cristo risorto, che si era
  presentato loro come un viandante e che avevano invitato a cena, nel momento in cui compie il gesto della frazione del pane.
  E' un banchetto nel quale i gesti sono quelli della Cena Pasquale: "Prese il pane, lo spezzò e lo diede loro " ( Lc.24,30 ) e della moltiplicazione dei pani, quando
  "apparve loro potente in parole ed opere " ( Lc.24,19 ).
L'insistente invito dei discepoli a " restare con loro " è la preghiera della Comunità dei credenti di tutti i tempi  
  che, celebrando l'Eucaristia, attualizza la promessa del Risorto: " Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo " ( Mt. 28,20 ).
  I Discepoli di Emmaus sono il prototipo di ogni discepolo raggiunto dalla Salvezza. Cristo cammina con noi: per condurci sulla via; per questo ci spiega le Scritture: per 
  portarci alla verità; per questo spezza il pane: per donarci la vita.