Con questo
Titolo inusuale è venerata la Vergine Maria nella Chiesa
parrocchiale di S. Oliva in Palermo.
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Le Origini
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Il nostro pensiero va
subito ai fanciulli dispersi, agli innocenti abbandonati alle cure
dell’Ospedale nella “ Ruota degli Esposti “ o dei “ Gettatelli “; ai
Brefotrofi, di cui si
ha notizia fin dal 1100. In ogni regione della penisola, dal
Piemonte al Regno delle due Sicilie, le istituzioni religiose
avevano adottano il sistema della ruota per dare la possibilità
ai genitori di praticare l’abbandono, restare anonimi e non
praticarlo alle porte della Chiesa. Nella Città di Palermo ve ne
erano due: all’Ospedale di San Bartolomeo o Santo Spirito sul
Cassaro ( i figli dello Spirito Santo ) e all’Ospedale Grande (
Palazzo Sclafani ).
Il passaggio attraverso la Ruota trasformava i piccoli in “ figli
della Madonna “ , che prenderanno il cognome di: Esposti (da
cui Esposito ) nel Napoletano, Projetti a Roma,
in Toscana e in Umbria Dioguardi o Diotallevi,
Colombo o Innocenti. Nel 1800 il fenomeno raggiunse
picchi molto alti ed essendo motivo di vergogna l’essere
identificati come trovatelli, si inventarono cognomi come
Santamaria, Amodio o legati al Santo del giorno:
Gennari, Sangrato, o al giorno della settimana: Sabatino.
Oggi il fenomeno dell’abbandono dei neonati nelle Ruote, soppresso
nel 1923 ma durato sino agli anni ’50 del secolo scorso, si è
estinto, anche se in varie regioni d’Italia, a cura del Movimento
per la Vita, sono sorte le “Culle per la Vita “, moderna riedizione
delle antiche Ruote ( a Palermo in Via Noce dal 1998 ).
In Spagna, nella Città di Valencia, l’origine dell’Immagine della
Vergine degli Abbandonati ( Nuestra Señora de los Desamparados ) è
unita alla fondazione dell’Ospedale “Santa Maria degli Innocenti”
nel 1409 e della sua Confraternita cinque anni dopo. Questa
proteggeva i pazzi, gli handicappati fisici e mentali e si prendeva
cura di seppellire i condannati a morte e coloro che morivano per
strada.
In
Italia la Vergine Maria è venerata con il Titolo di
Madonna degli Abbandonati nelle Città di: - Aci Catena (CT );
Alghero ( SS ), Cagliari, Carrara (MS ), Fuscaldo ( CS ),Milazzo (ME
), Orune ( NU ), Salemi (TP ) Soveria Mannelli ( CZ );
all’Estero:
- a Puyo in Amazzonia; - El Salvador ( America centrale ) - Los
Andes (Cile ), - Arequipa
( Perù ) - Rivadavia San Juan (Argentina );
con quello di Madonna dei Derelitti a Matera e Venezia,
intendendo la Vergine
che si prende cura dei piccoli abbandonati nell’Ospizio.
Un aspetto erroneo nella
devozione popolare è il pensare alle anime dei defunti “ abbandonate
“ nel Purgatorio, senza che alcuno preghi per esse.
Di anime
abbandonate e derelitte si parla nei libri:
“ Della Vita ed Istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso M.
Liguori “ (del P. Alfonso M. Tannoia Napoli, 1798),
nell’Apparecchio alla morte ( Remondini Venezia,1792 ) e l’amore
delle Anime ( Opere ascetiche, Roma 1751 ) di S. Alfonso de’Liguori
.
Ma bisogna
intendere quelle abbandonate al peccato, poiché, come recitano gli
Atti e Decreti del Concilio Diocesano di Pistoia (Atti e Decreti del
Concilio Diocesano di Pistoia del 1786 Firenze G.Pagani,1788 )
“Sono errori perniciosissimi che vanno serpeggiando nel popolo
quelli che vi siano nel Purgatorio delle anime abbandonate per le
quali nessuno preghi e che restino perciò prive
di sollievo, ovvero che le preghiere particolari dei fedeli giovino
unicamente a quelle anime purganti per le quali si fanno. Tali idee
sono contrarie alla Dottrina della Chiesa, secondo la quale i beni
spirituali sono comuni tra i membri di Cristo per la Carità che li
unisce. Sono proibite tutte le pratiche non autorizzate dalla Chiesa
o che possano ingenerare superstizione “.
Sant`Agostino, approfondendo la riflessione sull`utilità delle
preghiere per i defunti, afferma:
“Non vi è motivo, tuttavia, di dubitare che le anime dei defunti non
traggano sollievo dalle preghiere dei congiunti ancora in vita,
quando viene offerto per loro il Sacrificio del Mediatore o vengono
distribuite elemosine in chiesa. Queste opere, però, servono
soltanto a coloro che, da vivi, hanno meritato... Anche se alcuni
saranno salvati per mezzo del fuoco (nel Purgatorio), tale fuoco
sarò più terribile di tutto quanto un uomo possa patire in questa
vita “.
Sant`Agostino, inoltre, sviluppa la concezione che la preghiera di
intercessione non avviene soltanto in direzione ascendente (cioè dai
vivi ai morti), ma anche in senso inverso:
“Tutti siamo peccatori; tutti conduciamo una vita nella qule si può
peccare; da questa vita tutti noi ce ne dovremo andare. Giacché Dio
sarò tanto misericordioso con te, quanto tu sarai stato
misericordioso con il prossimo; tanto riceverai nell‘altra vita,
quanto dai nella presente. Prega dunque per i defunti, affinché
quando saranno nella vita eterna non dimentichino di pregare per
te...”. ( Sermone 44 )
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Il Titolo nella Storia palermitana |
Monsignor Isidoro Del
Castillo ( 1712-1774 ) dei marchesi di S. Isidoro, Parroco di San
Nicolò all’Albergheria e Vicario Generale dell’Arcidiocesi,
fondatore della Sesta Casa degli Esercizi, del Collegio di Maria al
Carmine, dei Ritiri di San Giuseppe, del S. Cuore e della Sacra
Lega, nel 1749, con il suo patrimonio e la raccolta di elemosine,
volle fondare un Istituto per ricovero di “ donne impudiche “ o
meretrici nel Quartiere de’ Cingari o Zingari, immigrati a Palermo
che esercitavano il mestiere di fabbri o forgiatori.
Erano anche dette Zingare o Derelitte le meretrici ravvedute, che si
davano ad una vita penitente e devota.
Il Ritiro (o Conservatorio o Reclusorio ) sorse quasi di fronte alla
Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, contiguo ad una chiesetta
detta delli Cingari, fondata nel 1680 5).
Coadiuvarono lo zelante Parroco il principe di Roccella Gaspare
Rivarola, Don Gioacchino Genco di Salemi , Ottavio Amenta, algozirio
( Ufficiale di polizia ) ed alcuni ecclesiastici. Quando la
struttura fu completata la chiamarono “ Casa Maria Santissima delle
Abbandonate". Il Sacerdote non solo pensò di accogliere le sbandate
ma diede loro anche un'istruzione. Molte impararono il lavoro di
ricamo e si specializzarono con alcuni telai nella realizzazione di
tovagliati molto elaborati, che venivano venduti alla nobiltà.
Alla morte del Del Castillo il Governo, riconosciuta la grande
utilità della pia Opera, la pose sotto la sua tutela, e nominò a
reggerla quattro Deputati: tre laici ed un ecclesiastico.
Quest' ultimo ne fu il vero e degno continuatore: il Sacerdote
Giuseppe Cozzo 6), Canonico della Cattedrale di
Palermo, insigne benefattore di questa pia Casa, di cui fu eretta e
decorata con i suoi averi la chiesa odierna 7).
E’ probabile che fosse il nipote del Decano dei Canonici del Duomo
Don Mamiliano Gaetano Cozzo 8)
, che offrì il terreno per
erigervi la Chiesetta di San Nicolò a Mezzomonreale nel 1727, eretta
a Cappellania nel 1780 ed elevata a Parrocchia nel 1810.9)
L’Istituto prese diversi nomi:
- “ Casa di Maria SS. delle Abbandonate o di Istruzione ed Emenda
“;10)
- “ Ritiro delle Zingare
“;
11)
- “ Ritiro di
Cozzo “ ;12)
- “ Ritiro di Maria SS. delle Abbandonate13)
- “ Ritiro delle Figlie penitenti
“
14)
- “ Madonna in
Egitto de’Zingari nel Ritiro di Cozzo
“
15)
- “ Immacolata Signora Madre delle Abbandonate
“
16)
- “ Nostra
Signora Derelitta “ o “ Maria SS d’Egitto “ 17
- “ Nostra Signora dei
Derelitti
“ 18
Il Canonico Cozzo girava per le vie
e piazze della Città di Palermo nei giorni precedenti alle feste per
raccogliere elemosine e commestibili a beneficio delle recluse della
Casa d’Istruzione ed Emenda……19).
L’edificio fu ingrandito,
con un corpo di fabbrica a pianta trapezoidale, due elevazioni,
cortile interno e retrostante giardino 20.
La Chiesa del
Conservatorio fu edificata a spese di
Don Giuseppe Cozzo, insigne
benefattore di questo luogo anche dopo la morte, con nobile
prospetto di pietre d’intaglio e porta nella strada. Il Titolo fu
uguale a quello della chiesetta attigua del 1680: “ Maria SS. che va
in Egitto “. L’interno, ugualmente è decorato di stucchi e in dodici
nicchie sono le statue degli Apostoli. In diverse solennità
dell’anno, specialmente nei giorni precedenti la Festa
dell’Immacolata Concezione e negli ultimi giorni della Settimana
santa, si raccolgono queste pubbliche meretrici, che vanno raminghe
per le strade, e si racchiudono per tre giorni in questo Ritiro a
spese dei pii benefattori, ammonendosi con prediche
ed altri esercizi di pietà ad abbandonare la via della corruzione e
della dissolutezza e darsi a Dio; alla fine dei tre giorni,
aprendosi la porta, si lasciano nella loro piena libertà e molte,
penetrate nelle
massime della Religione e delle verità eterne, ravvedute, restano a
convivere in questo santo luogo e a fare penitenza dei loro reati.
21)
Nel 1781
l’Arcivescovo Ferdinando Sanseverino approntò a sue spese un salone
accanto alla casa che era sorta in pro delle donne ravvedute
22). Un altro provento per la Casa d’Istruzione fu
l’abolizione del Sant’Uffizio nel 1782 23 .Diversi
Ecclesiastici disposero dei legati per aiutarle e l’Arcivescovo
Card. Trigona Parisi facilitava loro l’ingresso in quell’asilo di
pentimento, sostenendone parecchie a proprie spese. Unico deputato
amministratore di questo Ritiro fu l’ottimo e pio Principe di
Palagonia, il quale nulla trascurò
per farlo prosperare come gli altri di Malaspina e Valguarnera.
24) Il Sacerdote D. Ignazio Caruso, con testamento
del 31 Marzo 1817 dispose un legato a vantaggio della Chiesa del
Ritiro suddetto 25).
Un Decreto Reale fu emanato nel 1847 in forza del quale il Ritiro in
Cozzo , sotto il titolo di nostra Signora degli Abbandonati,
volgarmente detto degli Zingari , in Palermo fu autorizzato ad
accettare il Legato di D. Gaetana Rizzo con Testamento pubblico del
30 Settembre 1846 26D. Giuseppe Carabotta dispose
un Legato 2 Luglio 1852 a favore del Ritiro delle Zingare
27). Si ha notizia di un Discorso sacro in onore di Maria
SS. delle Derelitte recitato nella Chiesa del Ritiro di Cozzo il 21
Maggio 1872 dal Sac. Isidoro Carini 28); di un
Regolamento del 1812 per le sorelle che convivono nella Casa
d’Istruzione ed Emenda in 8° 29e un altro del
Ritiro delle Figlie penitenti del 184730) .
Il Sacerdote Giuseppe Cozzo, stette in quell'ufficio finchè visse e
tutti cooperarono con grande zelo a favore della Casa di emenda e
d'istruzione chiamata di Nostra Signora delle Derelitte, fondata
mentre governava il Re Carlo III.31
Il Reclusorio, poiché era uno stabilimento laicale e non
ecclesiastico, non soggiacque alla Legge sull’abolizione dei
Conventi e Monasteri( 7 luglio 1866 ), ma fu sempre sotto la
dipendenza e sorveglianza del Consiglio Generale degli Ospizi e
della Deputazione Provinciale. Dopo il 1860 la Casa ebbe una
gestione esclusivamente laica, ma nel 1878, vistone il decadimento,
la Deputazione ritenne opportuno affidarne la Direzione alle Suore
di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, fondate nel 1829 in
Francia, che per le Costituzioni dell’Ordine si dedicano al recupero
e alla rieducazione delle prostitute e sono attive nelle carceri
femminili.(
La
Congregazione di Nostra Signora di Carità del Buon Pastore, fondata
da Santa Maria Eufrasia Pellletier nel 1829 affonda le sue origini
nell’Ordine di N.S. di Carità, istituita da san Giovanni Eudes nel
1641. Offre alle giovani e alle donne in difficoltà familiari
o sociali orientamento e assistenza per un reinserimento nella
società
). Una targa marmorea, posta
ancora oggi sul portone murato dell’Istituzione recita:
“ Casa di Istruzione ed Emenda diretta dalle Suore del Buon Pastore
“, ma il Popolo palermitano cominciò a chiamarla “ Carcere delle
Benedettine “( che non vi sono mai state )
perché l’Edificio sorge in Via dei Benedettini ( per la presenza del
Monastero dei Benedettini Bianchi di Monte Oliveto del 1747 ).32)
Nel 1890 con
la Legge 6972 ( c.d. Crispi ) le Opere Pie vennero riconosciute
come Istituzioni pubbliche di beneficenza ( IPAB ).
Nel 1953 il Cardinale Ernesto Ruffini Arcivescovo di Palermo,
sensibile alle necessità delle recluse, dedicò la Chiesa
Parrocchiale che sorge di fronte al Reclusorio a San Giuseppe
Cafasso, Sacerdote torinese che esercitò nella seconda metà del 1800
il ministero tra i carcerati. Nel 1982 il Carcere fu chiuso per le
precarie condizioni statiche e funzionali ed abbandonato ( era il
Ritiro di Maria SS. delle Abbandonate) le recluse vennero trasferite
a Termini Imerese (PA ) ; nel 1984 vi fu aperto nel parlatorio un
negozio di oggetti di artigianato siciliano, ma soltanto per due
anni.
La Legge 328 del 2000 equipara l’opera delle IPAB ai Servizi
sociali. Il D. Lgs 4 Maggio 2001 n. 207 ha trasformato l’IPAB in
Ente di natura giuridica di diritto privato.
Ed ecco farsi
avanti l’IPAB Opera Pia “ Reclusori Femminili Riuniti “ 2° Gruppo
Palermo, che è la proprietaria dell’immobile e riceve contributi
dalla Regione Sicilia 33)
e dal Comune
di Palermo, che nel 2002 e nel 2005 nomina i componenti del C.d.a.
34)
Nel mese di marzo del 2001 l’immobile fu occupato da militanti del
PCL ( Partito Comunista dei lavoratori ) per trasformarlo in Centro
Sociale, denominato “ Ex Carcere “.
Il 10 Ottobre 2008 l’IPAB Opera Pia Reclusori Femminili vende
l’Immobile alla Fondazione CEUR ( Nata a Bologna nel 1990, finalizzata
alla formazione e alla cultura ).
Il 24 Ottobre del 2008 venne sgomberato dalla Forza Pubblica e
riconsegnato all’ Opera Pia. Fu rioccupato il 20 Febbraio del 2009.
e in segno di protesta il 9 Agosto del 2009 vennero occupati gli
Uffici dell’Opera Pia Reclusori Femminili in Via Corrado Avolio 2.
L’ Immobile, destinato dal Piano particolareggiato a struttura
museale ha in data 6 Dicembre 2011 cambiato destinazione d’uso a
Residenza per studenti universitari. La Soprintendenza ha approvato
due anni fa il progetto esecutivo.
La variante è stata approvata per ottenere il fondo ministeriale di
6.100.000 €uro previsto dalla Legge 14 Novembre 2000 n.338 per gli
alloggi degli studenti
( ne saranno realizzati 100 ). 35)
Dopo 262 anni il “ Ritiro delle Abbandonate “ di Monsignor Del
Castillo e del Canonico Cozzo diventerà un Collegio universitario “
d’eccellenza “ per studenti di talento, con un percorso sociale ed
intellettuale “esclusivo”, tutelato dalle confortevoli e prestigiose
mura delle residenze ( Torino, Milano, Bologna, Roma, Catania ) .
E’ prevista la
fruizione della biblioteca, auditorium e teatro ad Associazioni e
ai Cittadini.
Secondo le
uniche due fonti che citano l’Istituto come “ Nostra Signora dei
derelitti “
(Alessio Narbone,
op.cit. ) e “ degli
Abbandonati “
(Collezione di
Leggi e Decreti Reali del 1851, op.cit. )
è molto probabile che la statua della Vergine possa provenire da
tale luogo e possa essere stata traslata nella Chiesa di San Nicolò
a Mezzomonreale alla morte del Canonico Cozzo o a quella del
Principe di Palagonia
( 1854, Del
succ.progresso, op. cit.).
Fino agli anni ’70 del secolo scorso, era vivo il culto ed era
portata in Processione la prima Domenica di Luglio. E’ stata
collocata nella Chiesa Parrocchiale di S. Oliva nel 1980, quando è
stata chiusa al culto l’antica sede parrocchiale.
Bibliografia
1) P.
Alfonso M. Tannoia “ Della Vita ed Istituto del
venerabile Servo di Dio Alfonso M. Liguori “
Napoli, 1798
2) S. Alfonso de’Liguori “ Apparecchio alla morte “,
Remondini Venezia,1792
3) S. Alfonso de’Liguori L’amore delle Anime, Opere
ascetiche, Roma 1751
4)
Atti e Decreti del Concilio Diocesano di Pistoia del
1786 Firenze G.Pagani,1788
5) Manganante Sacro Teatro Ms.XVII sec. QqD11- 15 .
6)
Rivista della beneficenza pubblica 1885
7) G. Di Marzo Bibl. Storica e letteraria di Sicilia A.
Forni, Palermo1873
8) P. F. Xacier Elias Vida de l’Il.mo e Rev.mo Seňor
D.Fr. Joseph Gasch Barcelona
F. Sapera , 1765
9) A. Mongitore Le Chiese della Città nella campagna Ms.
XVIII sec.QqE10 .
10) G. Di Marzo op. cit.
11) Collezione Leggi e decreti Reali Napoli
Stamperia Reale1851
12) G. Di Marzo op. cit.
13)
G. Di Marzo Biblioteca Storica e letteraria di Sicilia
P. Lauriel, 1873
14) Leggi e Decreti Reali nel
Regno delle due Sicilie Napoli, Stamperia Reale,1847
15) 1749 - 1774 Archivio
Storico Siciliano 1883 Soc. Siciliana di Storia Patria
e Diario Sacro
palermitano di Alessio Narbone Pedone Palermo,1848
16) Leggi e Decreti Reali, op.cit.
17)
G. Di Marzo op.cit. e D. Gaspare
Palermo Guida istruttiva della Città di Palermo Reale
Stamperia,1816 e Reclusori in Diario sacro
palermitano, op. cit.
18) Bibliografia sicola di A. Narbone
G.Pedone Palermo,1851
19)
A. Cutrera Storia della Prostituzione
in Sicilia Remo Sandron Palermo, 1903
20) R. La Duca Cercare Palermo, I
Serie La Bottega di Hefesto, 1985
21) D. Gaspare Palermo Guida istruttiva op.cit.
22) Riv. Europea Vol 6, 1874
23) A. Cutrera op.cit.
24) Lorenzo Coco Grasso Del successivo progresso del
Cattolicismo in Sicilia Palermo,
Stamperia Barcellona,1847
25) 10 Ottobre 1851 Leggi e Decreti Reali , op.cit.
26) 26 ottobre 1847 Leggi e Decreti Reali, op. cit.
27) Leggi e Decreti Reali, op.cit.
28)
Edito in 8° Palermo presso Cesare Volpes,1873 G.M. Mira
Bibliografia Siciliana
Burt Franklin New York 1875 )
29) Bibliografia sicola op.cit.
30) Edito in 8° Palermo op.cit.
31) ASS Soc. Siciliana Storia Patria, 1874
32) Dal 1878 furono presenti a Palermo presso la Casa e
ne uscirono nel 1982; nel 1999 hanno costituito
l’Associazione Buon Pastore ONLUS con quattro Comunità
Alloggio per minori di sesso femminile per la fascia di
età 8/13 e 13/18; due Comunità Alloggio per minori con
disagio psichico, di cui una maschile di fascia di età
8/13 e una femminile 13/18;una Casa Rifugio che offre
tutela e protezione a minori unitamente alle madri,
vittime di maltrattamenti e violenze; un “Servizio di
Pronta Accoglienza per donne e minori” in stato di
temporaneo disagio.
Hanno sede in Via Riserva Reale 11.
33) La Regione Sicilia assegna all’IPAB Istituto
Femminile 2 Gruppo € 6.897,13 ( GURS 57del 15/12/06 n.
28 )
34)
Con Determinazione del Sindaco n.160 il 29/6/2005
35) La Repubblica, 8/12/2011 |

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La statua della Madonna degli
Abbandonati.
E’ alta
cm. 175 e realizzata in legno di cipresso. E’ da
attribuirsi allo scultore palermitano Vincenzo Genovese,
attivo nel
per le caratteristiche iconografiche, riscontrabili in
altre opere da questi realizzate nella Città di Palermo
e in diversi luoghi della Sicilia.
La testa è
leggermente inclinata verso il Figlio, con lo sguardo
volto a sinistra e le labbra semichiuse ad accennare un
sorriso; il Bimbo ha una espressione decisamente
intimorita, con una torsione del corpo per aggrapparsi
alla Madre e lo sguardo rivolto verso l’alto, come se
vedesse i segni della Passione: la croce, la lancia, la
spugna, il vaso d’aceto ( in altre raffigurazioni
portati dagli angeli ). Si noti anche la torsione del
piede sinistro, come nella classica Icona di scuola
Cretese del XV secolo, con il calzare sciolto, segno di
paura del Bambino. Come tenera Madre con il Bambino in
braccio con una piccola tunica azzurra striata di bianco
( simbolo di candore ed emblema della Divinità ); la
Vergine indossa una veste color crema, con pieghe che
scendono lungo la figura, trattenute da una cintura
dello stesso colore blu scuro del manto ( a significare
lo Spirito di verità e l’umanità ), decorato con stelle
ad otto punte e piccoli fiori con quattro foglie e sei
petali. Le maniche della veste ed il bordo del manto
sono arricchiti con decorazioni a girali di fiori,
realizzate con la tecnica della pastiglia dorata, cioè
un composto solido con gesso, colle e polvere d'oro,
applicato in spessi strati in rilievo. E’ stata
restaurata nell’anno 1990, ripristinando la decorazione
pittorica. E’ esposta alla pubblica venerazione nella
piccola Cappella all’ingresso della Chiesa.
Se ne fa particolare memoria nella Novena
dell’Immacolata.
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