La Madonna degli Abbandonati
  
© By Ugo Russo, 2011
 

Con questo Titolo inusuale è venerata la Vergine Maria nella Chiesa parrocchiale di S. Oliva in Palermo.

                       Le Origini 

           Il nostro pensiero va subito ai fanciulli dispersi, agli innocenti abbandonati alle cure dell’Ospedale nella “ Ruota degli Esposti “ o dei “ Gettatelli “; ai Brefotrofi, di cui si
ha notizia fin dal 1100. In ogni regione della penisola, dal Piemonte al Regno delle due Sicilie, le istituzioni religiose avevano adottano il sistema della ruota per dare la possibilità
ai genitori di praticare l’abbandono, restare anonimi e non praticarlo alle porte della Chiesa. Nella Città di Palermo ve ne erano due: all’Ospedale di San Bartolomeo o Santo Spirito sul Cassaro ( i figli dello Spirito Santo ) e all’Ospedale Grande ( Palazzo Sclafani ).
Il passaggio attraverso la Ruota trasformava i piccoli in “ figli della Madonna “ , che prenderanno il cognome di: Esposti (da cui Esposito ) nel Napoletano, Projetti a Roma,
in Toscana e in Umbria Dioguardi o Diotallevi, Colombo o Innocenti. Nel 1800 il fenomeno raggiunse picchi molto alti ed essendo motivo di vergogna l’essere identificati come trovatelli, si inventarono cognomi come Santamaria, Amodio o legati al Santo del giorno: Gennari, Sangrato, o al giorno della settimana: Sabatino.
Oggi il fenomeno dell’abbandono dei neonati nelle Ruote, soppresso nel 1923 ma durato sino agli anni ’50 del secolo scorso, si è estinto, anche se in varie regioni d’Italia, a cura del Movimento per la Vita, sono sorte le “Culle per la Vita “, moderna riedizione delle antiche Ruote ( a Palermo in Via Noce dal 1998 ).  
In Spagna, nella Città di Valencia, l’origine dell’Immagine della Vergine degli Abbandonati ( Nuestra Señora de los  Desamparados ) è unita alla fondazione dell’Ospedale “Santa Maria degli Innocenti” nel 1409 e della sua Confraternita cinque anni dopo. Questa proteggeva i pazzi, gli handicappati fisici e mentali e si prendeva cura di seppellire i condannati a morte e coloro che morivano per strada.

In Italia la Vergine Maria è venerata con il Titolo di Madonna degli Abbandonati nelle Città di: - Aci Catena (CT ); Alghero ( SS ), Cagliari, Carrara (MS ), Fuscaldo ( CS ),Milazzo (ME ), Orune ( NU ), Salemi (TP ) Soveria Mannelli ( CZ );
all’Estero:
- a Puyo in Amazzonia; -  El Salvador ( America centrale ) - Los Andes (Cile ), - Arequipa
( Perù ) - Rivadavia San Juan (Argentina );
con quello di Madonna dei Derelitti a Matera e Venezia, intendendo la Vergine
che si prende cura dei piccoli abbandonati nell’Ospizio. 

 

  Il Purgatorio ( ? )

 

Un aspetto erroneo nella devozione popolare è il pensare alle anime dei defunti “ abbandonate “ nel Purgatorio, senza che alcuno preghi per esse.

Di anime abbandonate e derelitte si parla nei libri:
 “ Della Vita  ed Istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso M. Liguori “ (del P. Alfonso M. Tannoia Napoli, 1798),  nell’Apparecchio alla morte ( Remondini Venezia,1792 )  e l’amore delle Anime ( Opere ascetiche, Roma 1751 ) di S. Alfonso de’Liguori .

Ma bisogna intendere quelle abbandonate al peccato, poiché, come recitano gli Atti e Decreti del Concilio Diocesano di Pistoia (Atti e Decreti del Concilio Diocesano di Pistoia del  1786 Firenze G.Pagani,1788 )
“Sono errori perniciosissimi che vanno serpeggiando nel popolo quelli che vi siano nel Purgatorio delle anime abbandonate per le quali nessuno preghi e che restino perciò prive
di sollievo, ovvero che le preghiere particolari dei fedeli giovino unicamente a quelle anime purganti per le quali si fanno. Tali idee sono contrarie alla Dottrina della Chiesa, secondo la quale i beni spirituali sono comuni tra i membri di Cristo per la Carità che li unisce. Sono proibite tutte le pratiche non autorizzate dalla Chiesa o che possano ingenerare superstizione “.
Sant`Agostino, approfondendo la riflessione sull`utilità delle preghiere per i defunti, afferma: “Non vi è motivo, tuttavia, di dubitare che le anime dei defunti non traggano sollievo dalle preghiere dei congiunti ancora in vita, quando viene offerto per loro il Sacrificio del Mediatore o vengono distribuite elemosine in chiesa. Queste opere, però, servono soltanto a coloro che, da vivi, hanno meritato... Anche se alcuni saranno salvati per mezzo del fuoco (nel Purgatorio), tale fuoco sarò più terribile di tutto quanto un uomo possa patire in questa vita “.  Sant`Agostino, inoltre, sviluppa la concezione che la preghiera di intercessione non avviene soltanto in direzione ascendente (cioè dai vivi ai morti), ma anche in senso inverso: “Tutti siamo peccatori; tutti conduciamo una vita nella qule si può peccare; da questa vita tutti noi ce ne dovremo andare. Giacché Dio sarò tanto misericordioso con te, quanto tu sarai stato misericordioso con il prossimo; tanto riceverai nell‘altra vita, quanto dai nella presente. Prega dunque per i defunti, affinché quando saranno nella vita eterna non dimentichino di pregare per te...”. ( Sermone 44 )

 

          Il Titolo nella Storia  palermitana

Monsignor Isidoro Del Castillo ( 1712-1774 ) dei marchesi di S. Isidoro, Parroco di San Nicolò all’Albergheria e Vicario Generale dell’Arcidiocesi, fondatore della Sesta Casa degli Esercizi, del Collegio di Maria al Carmine, dei Ritiri di San Giuseppe, del S. Cuore e della Sacra Lega, nel 1749, con il suo patrimonio e la raccolta di elemosine, volle fondare un Istituto per ricovero di “ donne impudiche “ o meretrici nel Quartiere de’ Cingari o Zingari, immigrati a Palermo che esercitavano il mestiere di fabbri o forgiatori.
Erano anche dette Zingare o Derelitte le meretrici ravvedute, che si davano ad una vita penitente e devota.
Il Ritiro (o Conservatorio o Reclusorio ) sorse quasi di fronte alla Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, contiguo ad una chiesetta detta delli Cingari, fondata nel 1680 5).
Coadiuvarono lo zelante Parroco il principe di Roccella Gaspare Rivarola, Don Gioacchino Genco di Salemi , Ottavio Amenta, algozirio ( Ufficiale di polizia ) ed alcuni ecclesiastici. Quando la struttura fu completata la chiamarono “ Casa Maria Santissima delle Abbandonate". Il Sacerdote non solo pensò di accogliere le sbandate ma diede loro  anche un'istruzione. Molte impararono il lavoro di ricamo e si specializzarono con alcuni telai nella realizzazione di tovagliati molto elaborati, che venivano venduti alla nobiltà.
Alla morte del Del Castillo il Governo, riconosciuta la grande utilità della pia Opera, la pose sotto la sua tutela, e nominò a reggerla quattro Deputati: tre laici ed un ecclesiastico.
Quest' ultimo ne fu il vero e degno continuatore: il Sacerdote Giuseppe Cozzo 6), Canonico della Cattedrale di Palermo, insigne benefattore di questa pia Casa, di cui fu eretta e decorata con i suoi averi la chiesa odierna 7)
. E’ probabile che fosse il nipote del Decano dei Canonici del Duomo Don Mamiliano Gaetano Cozzo 8) , che offrì il terreno per erigervi la Chiesetta di San Nicolò a Mezzomonreale nel 1727, eretta a Cappellania nel 1780 ed elevata a Parrocchia nel 1810.9)  

L’Istituto prese diversi nomi:
-  “ Casa di Maria SS. delle Abbandonate o di Istruzione ed Emenda
“;10)
-  “ Ritiro delle Zingare “; 11)
-  “ Ritiro di Cozzo “ ;12)
-  “ Ritiro di Maria SS. delle Abbandonate13)
-  “ Ritiro delle Figlie penitenti
14)
-  “ Madonna in Egitto de’Zingari nel Ritiro di Cozzo 15)
-  “ Immacolata Signora Madre delle Abbandonate 16)
-  “ Nostra Signora Derelitta “ o “ Maria SS d’Egitto “ 17
-  “ Nostra Signora dei Derelitti  18
 

Il Canonico Cozzo girava per le vie e piazze della Città di Palermo nei giorni precedenti alle feste per raccogliere elemosine e commestibili a beneficio delle recluse della Casa d’Istruzione ed Emenda……19). L’edificio fu ingrandito, con un corpo di fabbrica a pianta trapezoidale, due elevazioni, cortile interno e retrostante giardino 20.
La Chiesa del Conservatorio fu edificata a spese  di Don Giuseppe Cozzo, insigne benefattore di questo luogo anche dopo la morte, con nobile prospetto di pietre d’intaglio e porta nella strada. Il Titolo fu uguale a quello della chiesetta attigua del 1680: “ Maria SS. che va in Egitto “. L’interno, ugualmente è decorato di stucchi e in dodici nicchie sono le statue degli Apostoli. In diverse solennità dell’anno, specialmente nei giorni precedenti la Festa dell’Immacolata Concezione e negli ultimi giorni della Settimana santa, si raccolgono queste pubbliche meretrici, che vanno raminghe per le strade, e si racchiudono per tre giorni in questo Ritiro a spese dei pii benefattori, ammonendosi con prediche
ed altri esercizi di pietà ad abbandonare la via della corruzione e della dissolutezza e darsi a Dio; alla fine dei tre giorni, aprendosi la porta, si lasciano nella loro piena libertà e molte, penetrate nelle
massime della Religione e delle verità eterne, ravvedute, restano a convivere in questo santo luogo e a fare penitenza dei loro reati. 21)

Nel 1781 l’Arcivescovo Ferdinando Sanseverino approntò a sue spese un salone accanto alla casa che era sorta in pro delle donne ravvedute 22). Un altro provento per la Casa d’Istruzione fu l’abolizione del Sant’Uffizio nel 1782 23 .Diversi Ecclesiastici disposero dei legati per aiutarle e l’Arcivescovo  Card. Trigona Parisi facilitava loro l’ingresso in quell’asilo di pentimento, sostenendone parecchie a proprie spese. Unico deputato amministratore di questo Ritiro fu l’ottimo e pio Principe di Palagonia, il quale nulla trascurò
per farlo prosperare come gli altri di Malaspina e Valguarnera. 24) Il Sacerdote D. Ignazio Caruso, con testamento del 31 Marzo 1817 dispose un legato a vantaggio della Chiesa del Ritiro suddetto 25)
. Un Decreto Reale fu emanato nel 1847 in forza del quale il Ritiro in Cozzo , sotto il titolo di nostra Signora degli Abbandonati, volgarmente detto degli Zingari , in Palermo fu autorizzato ad accettare il Legato di D. Gaetana Rizzo con Testamento pubblico del 30 Settembre 1846 26D. Giuseppe Carabotta dispose un Legato 2 Luglio 1852 a favore del Ritiro delle Zingare 27). Si ha notizia di un Discorso sacro in onore di Maria SS. delle Derelitte recitato nella Chiesa del Ritiro di Cozzo il 21 Maggio 1872 dal Sac. Isidoro Carini 28); di un Regolamento del 1812 per le sorelle che convivono nella Casa d’Istruzione ed Emenda in 8° 29e un altro del Ritiro delle Figlie penitenti del 184730) .
Il Sacerdote Giuseppe Cozzo, stette in quell'ufficio finchè visse e tutti cooperarono con grande zelo a favore della Casa di emenda e d'istruzione chiamata di Nostra Signora delle Derelitte, fondata mentre governava il Re Carlo III.31
Il Reclusorio, poiché era uno stabilimento laicale e non ecclesiastico, non soggiacque alla Legge sull’abolizione dei Conventi e Monasteri( 7 luglio 1866 ), ma fu sempre sotto la dipendenza e sorveglianza del Consiglio Generale degli Ospizi e della Deputazione Provinciale. Dopo il 1860 la Casa ebbe una gestione esclusivamente laica, ma nel 1878, vistone il decadimento, la Deputazione ritenne opportuno affidarne la Direzione alle Suore di Nostra Signora della Carità del Buon Pastore, fondate nel 1829 in Francia, che per le Costituzioni dell’Ordine si dedicano al recupero e alla rieducazione delle prostitute e sono attive nelle carceri femminili
.(  La Congregazione di Nostra Signora di Carità del Buon Pastore, fondata da Santa Maria Eufrasia Pellletier nel 1829 affonda le sue origini nell’Ordine di N.S. di Carità, istituita da san Giovanni Eudes nel 1641. Offre alle giovani e alle donne in difficoltà familiari o sociali orientamento e assistenza per un reinserimento nella società ). Una targa marmorea, posta ancora oggi sul portone murato dell’Istituzione recita:
“ Casa di Istruzione ed Emenda diretta dalle Suore del Buon Pastore “, ma il Popolo palermitano cominciò a chiamarla “ Carcere delle Benedettine “( che non vi sono mai state )
perché l’Edificio sorge in Via dei Benedettini ( per la presenza del Monastero dei Benedettini Bianchi di Monte Oliveto del 1747 ).32)

Nel 1890 con la Legge 6972  ( c.d. Crispi ) le Opere Pie vennero riconosciute come Istituzioni pubbliche di beneficenza ( IPAB  ).
Nel 1953 il Cardinale Ernesto Ruffini Arcivescovo di Palermo, sensibile alle necessità delle recluse, dedicò la Chiesa Parrocchiale che sorge di fronte al Reclusorio a San Giuseppe Cafasso, Sacerdote torinese che esercitò nella seconda metà del 1800 il ministero tra i carcerati. Nel 1982 il Carcere fu chiuso per le precarie condizioni statiche e funzionali ed abbandonato ( era il Ritiro di Maria SS. delle Abbandonate) le recluse vennero trasferite a Termini Imerese (PA ) ; nel 1984 vi fu aperto nel parlatorio un negozio di oggetti di artigianato siciliano, ma soltanto per due anni.
La Legge 328 del 2000 equipara l’opera delle IPAB ai Servizi sociali. Il D. Lgs 4 Maggio 2001 n. 207 ha trasformato l’IPAB in Ente di natura giuridica di diritto privato.

Ed ecco farsi avanti l’IPAB Opera Pia “ Reclusori Femminili Riuniti “ 2° Gruppo Palermo, che è la proprietaria dell’immobile e riceve contributi dalla Regione Sicilia 33)

e dal Comune di Palermo, che nel 2002 e nel 2005 nomina i componenti del C.d.a. 34)
Nel mese di marzo  del 2001 l’immobile fu occupato da militanti del PCL ( Partito Comunista dei lavoratori ) per trasformarlo in Centro Sociale, denominato “ Ex Carcere “.
Il 10 Ottobre 2008 l’IPAB Opera Pia Reclusori Femminili vende l’Immobile alla Fondazione CEUR ( Nata a Bologna nel 1990,  finalizzata alla formazione e alla cultura ).
Il 24 Ottobre del  2008 venne sgomberato dalla Forza Pubblica e riconsegnato all’ Opera Pia. Fu rioccupato il 20 Febbraio del 2009. e in segno di protesta il 9 Agosto del 2009 vennero occupati gli Uffici dell’Opera Pia Reclusori Femminili in Via Corrado Avolio 2. L’ Immobile, destinato dal Piano particolareggiato a struttura museale ha in data 6 Dicembre 2011 cambiato destinazione d’uso a Residenza per studenti universitari. La Soprintendenza ha approvato due anni fa il progetto esecutivo.
La variante è stata approvata per ottenere il fondo ministeriale di 6.100.000 €uro previsto dalla Legge 14 Novembre 2000 n.338 per gli alloggi degli studenti
( ne saranno realizzati 100 ). 35)

Dopo 262 anni il “ Ritiro delle Abbandonate “ di Monsignor Del Castillo e del Canonico Cozzo diventerà un Collegio universitario “ d’eccellenza “ per studenti di talento, con un percorso sociale ed intellettuale “esclusivo”, tutelato dalle confortevoli e prestigiose mura delle residenze ( Torino, Milano, Bologna, Roma, Catania ) .

E’ prevista la fruizione della biblioteca, auditorium  e  teatro ad Associazioni e ai Cittadini.

Secondo le uniche due fonti che citano l’Istituto come “ Nostra Signora dei derelitti “ (Alessio Narbone, op.cit. )  e “ degli Abbandonati “ (Collezione di Leggi e Decreti Reali del 1851, op.cit. ) è molto probabile che la statua della Vergine possa provenire da tale luogo e possa essere stata traslata nella Chiesa di San Nicolò a Mezzomonreale alla morte del Canonico Cozzo o a quella del Principe di Palagonia ( 1854, Del succ.progresso, op. cit.).
Fino agli anni ’70 del secolo scorso, era vivo il culto ed era portata in Processione la prima Domenica di Luglio. E’ stata collocata nella Chiesa Parrocchiale di S. Oliva  nel 1980, quando è stata chiusa al culto l’antica sede parrocchiale.

Bibliografia

1) P. Alfonso M. Tannoia “ Della Vita  ed Istituto del venerabile Servo di Dio Alfonso M. Liguori “
    Napoli, 1798
2) S. Alfonso de’Liguori “ Apparecchio alla morte “, Remondini Venezia,1792  
3) S. Alfonso de’Liguori L’amore delle Anime, Opere ascetiche, Roma 1751

4) Atti e Decreti del Concilio Diocesano di Pistoia del  1786 Firenze G.Pagani,1788
5) Manganante Sacro Teatro Ms.XVII sec. QqD11- 15 .

6) Rivista della beneficenza pubblica 1885
7) G. Di Marzo Bibl. Storica e letteraria di Sicilia A. Forni, Palermo1873
8) P. F. Xacier Elias Vida de l’Il.mo e Rev.mo Seňor D.Fr. Joseph Gasch Barcelona
    F. Sapera , 1765
9) A. Mongitore Le Chiese della Città nella campagna Ms. XVIII sec.QqE10 .
10) G. Di Marzo op. cit.
11)
Collezione Leggi e decreti Reali Napoli Stamperia Reale1851
12) G. Di Marzo  op. cit.

13) G. Di Marzo Biblioteca Storica e letteraria di Sicilia P. Lauriel, 1873
14) Leggi e Decreti Reali nel Regno delle due Sicilie Napoli, Stamperia Reale,1847
15) 1749 - 1774 Archivio Storico Siciliano 1883  Soc. Siciliana di Storia Patria e Diario Sacro
      palermitano di Alessio Narbone Pedone Palermo,1848
16) Leggi e Decreti Reali, op.cit.

17) G. Di Marzo op.cit. e D. Gaspare Palermo Guida istruttiva della Città di Palermo Reale
      Stamperia,1816
e Reclusori in Diario sacro palermitano, op. cit.  
18) Bibliografia sicola di A. Narbone G.Pedone Palermo,1851

19) A. Cutrera Storia della Prostituzione in Sicilia Remo Sandron Palermo, 1903
20) R. La Duca Cercare Palermo, I Serie La Bottega di Hefesto, 1985
21) D. Gaspare Palermo Guida istruttiva op.cit.
22) Riv. Europea Vol 6, 1874
23) A. Cutrera op.cit.
24) Lorenzo Coco Grasso Del successivo progresso del Cattolicismo in Sicilia Palermo,
      Stamperia Barcellona,1847
25) 10 Ottobre 1851 Leggi e Decreti Reali , op.cit.
26) 26 ottobre 1847  Leggi e Decreti Reali, op. cit.
27) Leggi e Decreti Reali, op.cit.

28) Edito in 8° Palermo presso Cesare Volpes,1873 G.M. Mira Bibliografia Siciliana
      Burt Franklin New York 1875 )
29) Bibliografia sicola op.cit.
30) Edito in 8° Palermo op.cit.
31) ASS Soc. Siciliana Storia Patria, 1874
32) Dal 1878 furono presenti a Palermo presso la Casa e ne uscirono nel 1982; nel 1999 hanno costituito l’Associazione Buon Pastore ONLUS con  quattro Comunità Alloggio per minori di sesso femminile per la fascia di età 8/13 e 13/18; due Comunità Alloggio per minori con disagio psichico, di cui una maschile di fascia di età 8/13 e una femminile 13/18;una Casa Rifugio che offre tutela e protezione a minori unitamente alle madri, vittime di maltrattamenti e violenze; un “Servizio di Pronta Accoglienza per donne e minori” in stato di temporaneo disagio.
Hanno sede in Via Riserva Reale 11.
33) La Regione Sicilia assegna all’IPAB Istituto Femminile 2 Gruppo € 6.897,13 ( GURS 57del 15/12/06 n. 28 )

34) Con Determinazione del Sindaco n.160 il 29/6/2005
35) La Repubblica, 8/12/2011


























 
   La statua della Madonna degli Abbandonati.

E’ alta cm. 175  e realizzata in legno di cipresso. E’ da attribuirsi allo scultore palermitano Vincenzo Genovese, attivo nel
 per le caratteristiche iconografiche, riscontrabili in altre opere da questi realizzate nella Città di Palermo e in diversi luoghi della Sicilia.
Per l’ampiezza del manto, foderato d’azzurro, ci si può ispirare all’affresco della Madonna del Riparo del XV secolo nella Chiesa di Santa Maria di Gesù al Capo.

La raffigurazione della Vergine fonde i typi iconografici dalla Glikophilousa ( che quasi bacia dolcemente ) e della Amolyntos ( Vergine della Passione ), nota in Occidente come Madonna del Perpetuo Soccorso, variante teologica dell’ Odigitria ( Colei che indica la Via ).

Infatti la mano destra della Madonna, che stringe quella del Bambino, ha il dito indice rivolto verso di Lui.


 

Ha l’origine iconografica nella tavola della Madonna del Soccorso, di Ignoto pittore siciliano  del XIII secolo nella Chiesa di S. Agostino in Palermo, dalla quale nel 1306 la devozione si è diffusa in tutto il mondo ad opera dei PP. Agostiniani.
 

La testa è leggermente inclinata verso il Figlio, con lo sguardo volto a sinistra e le labbra semichiuse ad accennare un sorriso; il Bimbo ha una espressione decisamente intimorita, con una torsione del corpo per aggrapparsi alla Madre e lo sguardo rivolto verso l’alto, come se vedesse i segni della Passione: la croce, la lancia, la spugna, il vaso d’aceto ( in altre raffigurazioni portati dagli angeli ). Si noti anche la torsione del piede sinistro, come nella classica Icona di scuola Cretese del XV secolo, con il calzare sciolto, segno di paura del Bambino. Come tenera Madre con il Bambino in braccio con una piccola tunica azzurra striata di bianco ( simbolo di candore ed emblema della Divinità ); la Vergine indossa una veste color crema, con pieghe  che scendono lungo la figura, trattenute da una cintura dello stesso colore blu scuro del manto ( a significare lo Spirito di verità e l’umanità ), decorato con stelle ad otto punte e piccoli fiori con quattro foglie e sei petali. Le maniche della veste ed il bordo del manto sono arricchiti con decorazioni a girali di fiori, realizzate con la tecnica della pastiglia dorata, cioè un composto solido con gesso, colle e polvere d'oro, applicato in spessi strati in rilievo. E’ stata restaurata nell’anno 1990, ripristinando la decorazione pittorica. E’ esposta alla pubblica venerazione nella piccola Cappella all’ingresso della Chiesa.
Se ne fa particolare memoria nella Novena dell’Immacolata.